La necessità di aumentare nel migliore modo possibile la sicurezza informatica della propria azienda, grande o piccola che sia, è oggi un’esigenza sempre più sentita da tutte le imprese imprenditoriali nonché dagli studi di liberi professionisti.
La digitalizzazione ha iniziato a comandare la maggiore parte della attività sia produttive che di servizi e il rischio di perdere questo patrimonio prezioso di informazioni a seguito di azioni di pirateria digitale (in gergo informatico si parla di “data breach”) può arrecare danni enormi all’azienda vittima di queste azioni di pirateria informatica.
Nel panorama degli studi professionali, le attività svolte dagli avvocati possono rappresentare (soprattutto negli anni a venire) un bersaglio ottimale dei cyber criminali.
Questo accade per 3 motivi:
- Gli studi legali si stanno sempre più informatizzando e gestiscono ciascuno una mole di dati considerevole e altamente sensibile (quindi molto appetibile per il commercio dei dati illegale) sia di aziende che di persone.
- La cultura della sicurezza informatica in queste realtà non è evoluta e spesso non fa uso di esperti dedicati, così come la maggior parte delle volte sono usati dispositivi e tipologie di reti informatiche obsolete.
- Il settore forense ha una regolamentazione per la sicurezza dei dati meno articolata di altri settori come, ad esempio, healthcare e finance; quindi, è più soggetto al rischio del furto dei dati.
La cronaca è ricca purtroppo di casi reali accaduti a famosi studi legali che si sono trovati a fronteggiare la perdita dei dati dei propri clienti per azioni di pirateria digitale.
Citiamo un paio di esempi tra i più famosi: lo studio Grubman Shire Meiselas & Sacks che rappresenta cantanti famosissimi come Madonna e Bruce Springsteen si è visto sottrarre 756 Giga di dati con una richiesta di riscatto per riaverli lievitata fino a 42 milioni di dollari; lo studio Campbell Conroy & O’Neil che assiste aziende Fortune 500 ha subito un potente attacco ransomware recente.
Anche uno studio legale di un avvocato pertanto, proprio come una grande impresa, non può permettersi di correre questo rischio che sta diventando non più solo tanto ipotetico, quanto una realtà da fronteggiare e risolvere: ai sensi del GDPR le violazioni contrattuali e legali trascinano lo studio verso pesanti sanzioni, oltre al danno irreparabile di immagine che ne consegue e che mette a rischio la sopravvivenza dello studio stesso.
Per un avvocato e il suo studio c’è quindi un modo per potersi tutelare?
La risposta è fortunatamente affermativa.
Oggi su assaperlo.com ci sono 3 soluzioni che mettono al riparo il professionista legale da questo tipo di rischio:
- La possibilità di acquistare con un solo clic un servizio di abbonamento attraverso il quale, inserendo la partita iva e l’URL del proprio sito internet si ottiene un quadro del grado di esposizione al rischio cyber della propria realtà professionale.
- La possibilità di acquistare sempre in formato digitale un servizio di abbonamento più completo che aggiunge anche la possibilità di bloccare sul nascere qualsiasi tentativo di pirateria digitale alla propria infrastruttura di rete.
- La possibilità di sottoscrivere online una delle polizze contro il rischio Cyber che assicura e indennizza lo studio per tutti i danni diretti e indiretti che può subire ad opera di criminali informatici.
Queste soluzioni sono disponibili sul sito assaperlo.com, il primo e unico canale digitale retail per il professionista e il privato che abbina assicurazioni e servizi utili alla vita quotidiana.
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