La nostra casa: da rifugio dove arrivare al termine di una giornata di lavoro o di scuola, con la pandemia da Coronavirus, si è trasformata nella nostra prigione dorata, l’unica al momento, capace di difenderci dal virus.
Il tempo che stiamo necessariamente per costrizione passando in casa, ci ha portato anche a valutare se c’è qualcosa che possiamo migliorare, per vivere appieno questa nuova dimensione.
La casa non è più solo un luogo dove poter mangiare e dormire, ma è divenuta uno spazio multifunzione.
Oggi nelle nostre abitazioni si lavora, si studia, si passa quasi tutto il tempo libero.
La casa è stata rivista in fretta per essere attrezzata per le nuove funzioni di smart working e di didattica a distanza per i nostri figli.
Cerchiamo sempre di più abitazioni all’insegna del comfort: desideriamo una casa accogliente, insonorizzata, luminosa, con impianti efficienti che ci permettano di ridurre i consumi.
La manovra del Superbonus110%, grazie agli sgravi fiscali riconosciuti alle famiglie che ne faranno richiesta, sicuramente potrà permettere a molti di noi di riammodernizzare ed efficientare meglio la propria abitazione.
Da alcuni studi, ben 9 milioni di famiglie italiane sono interessate all’incentivo per poter risistemare le proprie case.
Va aggiunto che solo l’8% degli immobili in Italia è stato costruito nell’ultimo secolo; la maggior parte delle costruzioni in cui abitiamo sono ormai datate.
Potendola quindi risistemare per renderla più efficiente, la nostra casa da bene quasi scontato perché necessario per proteggerci dalle intemperie come per lo più l’abbiamo sempre concepita, diventa ora un valore, un importante asset finanziario.
E come tale va necessariamente protetto.
Rispetto agli altri paesi europei, l’Italia è il fanalino di coda in tema di salvaguardia della casa.
In Francia e Spagna ad esempio, è obbligatorio, al momento dell’acquisto, stipulare un’assicurazione per la protezione della propria abitazione, non solo per scoppio e incendio ma anche per calamità naturali.
Comparando le statistiche con il resto dei paesi europei, noi italiani ci preoccupiamo veramente poco del nostro bene più importante che è l’abitazione.
Ciò che ci spinge oggi ad assicurare la nostra casa è per di più l’obbligatorietà del mutuo che impone una polizza almeno per scoppio e incendio, al momento della sua accensione.
Facciamo enormi sacrifici per acquistare un’abitazione dove vivere, ne facciamo altrettanti per poterla rendere il più confortevole possibile, ma poi non ci preoccupiamo di tutelarla dai numerosi rischi che possono sopraggiungere: dalle calamità naturali, ai problemi di furto e incendio, ai danni causati nostro malgrado ai vicini.
Troppo spesso ciò che governa le nostre azioni e che ci impedisce di tutelare un patrimonio così importante è l’illusione del “tanto a me questo problema non capiterà”: quanto spesso poi ci si trova improvvisamente a dover far fronte a uno di questi imprevisti che possono farci sprofondare nel panico?
Basta solo pensare al rischio idrogeologico: l’Italia è un Paese esposto a fenomeni quali terremoti, frane e alluvioni che hanno effetti rovinosi, proprio quando meno ce lo ci aspetta.
Secondo l’ultimo rapporto dell’ISPRA, ben il 91% dei comuni italiani si trova in zone a forte rischio idrogeologico.
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