Le immagini che vediamo sopra sono 4 esempi di terribili calamità naturali che con una preoccupante frequenza stanno accadendo anche nel nostro Paese.
Chi non ricorda ad esempio l’improvvisa alluvione che ha colpito il paese di Bitti (NU) nel cuore della Barbagia, nella terra sarda a novembre 2020?
Bitti è un paese tranquillo di 3.000 abitanti che, per una calamità naturale, si è trovato improvvisamente sepolto da fango e acqua.
3 vittime, 500 case distrutte e un intero quartiere dove le abitazioni sono divenute pericolanti, quindi da abbattere.
È purtroppo solo una delle tante scene apocalittiche che ormai ci stiamo abituando a vedere dai media, a seguito di calamità naturali che stanno colpendo anche il nostro Paese.
Fino a pochi anni fa questi eventi in Italia erano occasionali, quasi sporadici.
Eravamo abituati a vederli nei reportage di paesi esotici lontani da noi, come conseguenza di tornado o di monsoni.
A causa dei cambiamenti climatici ora stanno diventando purtroppo frequenti anche da noi.
Forse non tutti lo sanno, ma ben il 91% dei comuni italiani (dati ISPRA) si trova in zone a rischio idrogeologico e non è tutto: in 9 regioni non c’è nemmeno un comune che si possa dire al sicuro.
Le regioni che presentano in tutti i comuni un rischio idrogeologico elevato , reso ancora più insidioso dai repentini cambiamenti del clima, sono: la Valle D’Aosta, la Liguria, l’Emilia-Romagna, l’Umbria, la Toscana, le Marche, il Molise, la Basilicata e la Calabria.
Questo tuttavia non significa che in altre zone si possa stare più tranquilli: in Abruzzo, Lazio, Piemonte, Trentino Alto Adige, Campania e Sicilia i comuni più a rischio sono più del 90%.
Le alluvioni si registrano più frequentemente in pianura: sono fenomeni molto probabili in Emilia-Romagna, Toscana e Lombardia.
Non va dimenticato che l’Italia è anche terra di terremoti: più dell’80% del suo territorio è soggetto ad attività sismica.
Insomma nessuno può definirsi al sicuro in nessuna regione.
Quando siamo fortunati che questi eventi catastrofali naturali non procurino anche delle vittime, dopo il loro passaggio lasciano tuttavia sempre danni ingenti in particolare alle abitazioni.
Intere famiglie piombano nella disperazione più totale in quanto si trovano ad avere perso il loro bene più prezioso: la casa.
Eh sì proprio la casa, che è il nostro valore patrimoniale più importante e che come tale dovrebbe essere tutelato da ogni forma di rischio e di danno.
Proteggere il proprio patrimonio abitativo da danni catastrofali come alluvioni, trombe d’aria, terremoti è oggi una necessità.
La soluzione è la polizza di tutela della casa per calamità catastrofali, che all’insaputa dei più, può essere portata anche in detrazione fiscale.
Lo Stato, proprio per incentivare la popolazione ad assicurare la propria casa, ha introdotto, da gennaio 2018, la possibilità di portare in detrazione il premio stabilito per i danni causati da calamità naturali.
Possono usufruire della detrazione sul premio relativo a questo tipo di tutela, tutti i contribuenti, indipendentemente sia dal numero di immobili che posseggono, sia che questi siano adibiti a prima casa o meno.
La legge infatti prevede che il contribuente risulti proprietario ed abbia stabilito un regolare contratto con una compagnia assicurativa autorizzata italiana o straniera.
La percentuale che si può portare in detrazione è il 19% del premio totale, che va a sottrarsi dal monte delle tasse da versare nelle casse statali: nel caso in cui non ci siano tasse da pagare non è possibile ottenere questo tipo di rimborso.
In aggiunta, per stimolare la propensione verso questo tipo di copertura, che nella cultura italiana è poco sentita ma quanto mai necessaria, lo Stato non prevede nessuna tassa da pagare alla stipulata del contratto sul premio da corrispondere.
Va detto inoltre che è possibile portare in detrazione il 19%, senza nessun limite sul valore del premio massimo stipulato dalla compagnia assicurativa scelta, a patto che la somma sia determinata esclusivamente per la protezione dei danni derivanti da eventi calamitosi naturali.
L’unico aspetto a cui prestare attenzione è quello legato all’anno di stipula del contratto assicurativo: è possibile portare in detrazione tutti i premi stipulati a partire dal 1° gennaio 2018 in poi, mentre non è possibile farlo per contratti anche pluriennali stipulati prima di questa data.
Proteggere la propria casa da danni di calamità naturale è quindi necessario e conveniente.
Le offerte presenti sul mercato sono variegate e ampiamente personalizzabili.
È consigliato individuare le tipologie di calamità che possono interessare maggiormente la propria casa a seconda della zona geografica e della conformazione del territorio in cui si risiede e stipulare la copertura per gli eventi catastrofici naturali con una maggiore probabilità di accadimento.
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