È noto che in Italia, se si escludono le polizze di responsabilità civile professionale per quelle mansioni dove per legge sono obbligatorie e la RC Auto di cui ci si deve dotare per circolare su strada, la propensione del cittadino italiano a tutelarsi dagli imprevisti della vita è piuttosto scarsa, se non insignificante.
Escludendo il comparto auto, l’incidenza della raccolta premi sul PIL è solo dell’1,1% in Italia contro una media europea del 2,3%.
Secondo i dati di ANIA, ogni italiano è disposto a pagare un premio medio per acquistare un’assicurazione che è poco più di un terzo di quello di altri paesi europei.
Guardando i report dell’Istituto di Vigilanza sulle Assicurazioni (IVAss), nel 2022 la RC Auto ha rappresentato il 42,6% della raccolta premi assicurativi totale, il 20,1% è stato rappresentato dalle assicurazioni sugli immobili obbligatorie quando si accende il mutuo, il 19,5% dalle polizze sulla salute e il 10,5% dalle coperture di responsabilità civile generale.
La bassa intenzionalità dell’italiano medio ad assicurarsi la si nota anche per un settore come quello delle calamità naturali.
Nonostante si stiano verificando anche nel Bel Paese da tempo eventi climatici estremi e ci sia il più elevato rischio sismico e dissesto idrogeologico d’Europa, solo il 5,3% delle case risulta assicurato contro le calamità naturali e su un totale di 35,3 milioni di abitazioni civili solo 1,9 milioni sono protette da catastrofi come terremoti e alluvioni.
Questo dato sulla mancanza di cultura assicurativa italiana è ancora più grave se si pensa che dopo la Grecia lo Stivale è il Paese europeo con la più scarsa copertura assicurativa contro le catastrofi naturali.
Un maggiore senso di responsabilità di protezione dagli imprevisti sembra che comunque dal 2022 si stia creando anche negli italiani.
Il comparto assicurativo del ramo danni nel 2022 ha fatto registrare una lieve crescita per alcuni settori.
Gli italiani sono alla ricerca di soluzioni non obbligatorie come polizze vita di vario genere, che possano rappresentare una valida soluzione per far fronte ai costi di imprevisti (molto ricercata l’esclusiva polizza contro la perdita di reddito per alcune categorie professionali), di previdenza integrativa (dal momento che il supporto dello Stato in determinate condizioni di salute non è sufficiente per sostenere l’esborso economico che il cittadino si trova di sua tasca a dover affrontare), per la salute.
La sfida che il comparto assicurativo oggi, pertanto, si pone è quella di offrire prodotti che possano soddisfare queste nuove esigenze e di farlo in modo digitale, dal momento che da anni si sta assistendo a una trasformazione sempre più radicale del comportamento di acquisto dell’utente finale, sempre più indirizzato online e sempre meno propenso a frequentare canali fisici come le agenzie sul territorio.
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