Con un emendamento alla legge di bilancio 2022, da quest’anno le professioni a partita iva saranno finalmente più tutelate in caso di infortunio e malattia.
Vediamo nel dettaglio questa novità che ha una portata storica che si può definire a dir poco rivoluzionaria per chi svolge la libera professione.
Qualora infatti un professionista che opera in regime di partita iva si trovi costretto a sospendere la sua attività lavorativa per cause di forza maggiore come a seguito di malattia improvvisa o infortunio, scattano dal 2022 nuove regole per la gestione degli adempimenti, pensate proprio per assicurare maggiori garanzie sia ai liberi professionisti che agli intermediari (Consulenti del Lavoro e Commercialisti) che li seguono.
Durante il lockdown 2020, il Governo aveva adottato dei provvedimenti speciali per togliere degli adempimenti alla partita iva che sono stati tuttavia solo temporanei, giustificati dallo stato di pandemia.
Con questo nuovo emendamento la situazione per i liberi professionisti cambia invece strutturalmente.
Questo provvedimento è stato sollecitato soprattutto dall’Associazione Nazionale Commercialisti (ANC).
In pratica, secondo questo nuovo emendamento, se il libero professionista (compreso anche il commercialista o altro intermediario) viene ricoverato in ospedale per una malattia grave, infortunio o intervento chirurgico o se lo stesso è costretto a ricevere cure domiciliari sostitutive del ricovero ma che comportano comunque un’impossibilità temporanea a esercitare la propria professione, non viene imputata a lui o al suo cliente alcuna responsabilità in merito di adempimenti fiscali e tributari alla Pubblica Amministrazione e non può venire sanzionato.
Si prevede che il libero professionista sia dispensato da responsabilità a livello fiscale quando è costretto a sospendere il proprio lavoro per:
– malattia o infortunio grave;
– un’inabilità che non consenta lo svolgimento delle abituali mansioni professionali per più di 3 giorni;
– una patologia in corso a seguito della quale ci sia stato il ricovero;
– parto prematuro;
– affrontare un intervento chirurgico.
Potranno godere di questo beneficio i liberi professionisti che risultino iscritti in modo regolare ad un albo professionale, mentre proprio per mancanza di un’iscrizione ad un appositivo albo professionale sono esclusi da questa agevolazione tutti i tributaristi che sono iscritti alla Gestione Separata Inps.
La sospensione di far fronte agli obblighi tributari varia in un intervallo temporale che può andare da 30 a 60 giorni secondo questo schema.
Fino a 30 giorni in caso di malattia indipendentemente dal fatto che questa abbia comportato la necessità di ricovero o possa essere stata curata a casa.
I 30 giorni iniziano decorrere o dal momento in cui ci sono state le dimissioni da parte della struttura sanitaria, oppure da quando si sia accertato la fine della malattia.
La sospensione dura altresì 30 giorni nel caso in cui si sia avuta un’interruzione oltre il terzo mese della gravidanza.
Arriva a 60 giorni in tutte le altre fattispecie che abbiamo riportato, e decorrono o dalla data della malattia o dalla data del ricovero.
Tutte le somme il cui pagamento è stato differito nel tempo, vengono poi saldate il primo giorno successivo alla scadenza del periodo di sospensione.
Anche nel caso di morte del libero professionista, a condizione tuttavia che si riesca a dimostrare che sia stato firmato con il professionista stesso un regolare mandato prima del suo decesso, si può ottenere la sospensione dagli adempimenti fiscali e tributari alla Pubblica amministrazione.
Con questo emendamento in ogni caso il titolare di Partita Iva non potrà però mai in ogni caso ottenere alcuna dilazione dei termini per quel che riguarda eventuali contenziosi aperti con il fisco o per quel che riguarda i termini di scadenze in materia giudiziaria o previdenziale.
Questo provvedimento legislativo è stato studiato per supportare nelle difficoltà una parte essenziale dell’economia italiana rappresentata appunto dai liberi professionisti: questo tipo di categoria lavorativa infatti, a differenza del dipendente, non ha alcun tipo di tutela quando si trova a dover affrontare un fermo improvviso alla propria attività.
Per il titolare di partita iva è anche consigliabile, in aggiunta a questo provvedimento legislativo, disporre sempre di una polizza infortuni e/o malattia che possa dare al professionista un indennizzo per il periodo in cui si trova costretto suo malgrado a non poter lavorare.
In un articolo abbiamo cercato di spiegare i vantaggi che un’assicurazione contro gli infortuni può rappresentare per un lavoratore, anche in virtù del maggiore indennizzo che viene erogato in questi casi dallo Stato.
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