Gli attacchi informatici ad opera di pirati digitali sono oggi in costante aumento anche in Italia: secondo l’associazione Clusit per la sicurezza informatica, nata nel 2000 per cercare di sensibilizzare le imprese sui temi della cybersecurity, nel 2023 sono aumentati del 169%.
Si è registrato un costante incremento di atti di cyber crime soprattutto verso piccole realtà e in particolare verso piccoli-medi studi di commercialisti: questo tipo di realtà sono infatti più facilmente prese di mira, per il fatto che spesso non hanno un reparto dedicato alla sicurezza informatica, né esperti al loro interno per far fronte a queste tipologie di problematiche.
In Italia nel 2023 si contano circa 64.000 studi di commercialisti, di cui il 61% sono studi individuali: sono tutte realtà che gestiscono mole molto importanti e molto sensibili di dati dei loro clienti che, se rubati, possono creare grossi problemi.
Gli attacchi dei cyber criminali verso gli studi dei commercialisti si verificano in modi diversi: possono bloccare la rete e tutti i dispositivi per richiedere un consistente riscatto per riaverne la funzionalità o peggio esfiltrare, rubare i dati e le identità digitali, arrivando anche ad infiltrarsi nei sistemi informatici dei partner che collaborano con lo studio del commercialista vittima dell’attacco.
I pirati della rete sono molto abili: mappano tutti i punti di accesso a una rete aziendale poco protetta, individuano gli end point, i punti dove poter entrare (di solito i pc dei dipendenti) e sferrano l’attacco.
È purtroppo tristemente famoso il fatto di cronaca accaduto nel luglio 2022 di uno studio di commercialisti della Brianza che ha subito un mega attacco di cybercrime che ha portato alla sottrazione di circa 100 gigabyte di dati di contribuenti.
Uno studio di commercialisti può difendersi da tutto questo anche se non ha le risorse economiche di una grande corporation che investe milioni di euro in sicurezza informatica?
Innanzitutto, è bene che ogni studio di commercialisti sia conscio della sua esposizione al rischio informatico. Per avere questa consapevolezza è necessario eseguire una mappatura della propria rete aziendale per individuare i punti di accesso deboli.
Oggi su assaperlo.com, anche un piccolo studio di commercialisti può eseguire questa mappatura acquistando con un solo clic un abbonamento a un servizio innovativo che rileva indicando solo la partita iva e l’URL del sito web il grado di esposizione al rischio.
Un suggerimento aggiuntivo, se non si hanno le competenze interne per rendere sicuri i punti di accesso rilevati deboli, è quello di dotarsi di un servizio che lo faccia in forma automatica per lo studio: su assaperlo.com sempre con un clic è disponibile un abbonamento ulteriore che blocca qualsiasi azione di pirateria digitale verso la rete nel momento in cui nasce.
Le conseguenze di un atto di cyber crime anche verso realtà piccole come gli studi dei commercialisti hanno conseguenze pesanti: il professionista incorre infatti in sanzioni consistenti per motivi legali della privacy, nonché spesso si trova a dover sborsare cifre considerevoli per riparare informaticamente quanto danneggiato.
Per questo consigliamo a ogni studio di commercialisti di dotarsi di una polizza contro il cyber crime come quella proposta su assaperlo.com, che rifonde dei costi diretti e indiretti che uno studio di commercialisti si può trovare a dover pagare di tasca proprio a seguito di un’azione di pirateria digitale.
Per gli studi di commercialisti di medie piccole dimensioni inoltre, su assaperlo.com sono disponibili anche due innovativi abbonamenti informatici che permettono a questo tipo di realtà aziendali di far fronte agli attacchi informatici in modo semplice, intuitivo e conveniente.
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