La pandemia ha segnato profondamente le abitudini di vita di tutti noi, costringendoci per lunghi periodi a vivere maggiormente la casa.
Il lavoro per molti è diventato lo smart working, con una grande frequenza di videoconferenze e webinar.
Le lezioni dei nostri figli si sono trasformate in Dad e sono aumentati gli acquisti di tutte le tipologie online.
Questo stravolgimento delle nostre abitudini, ha ridato maggiore valore al nostro spazio domestico che prima era vissuto molto meno, ma che ora è diventato sempre più connesso digitalmente, proprio per supportarci nelle molteplici necessità.
Secondo una ricerca di EY Italy, con la pandemia, si è registrato ben un 54% di aumento della connettività domestica.
Forse non tutti lo sanno ma il Belpaese ha superato la Francia e la Germania nell’uso sia di videochiamate, con un 32% di utilizzo (percentuale più elevata degli altri due paesi), che di Home education, che ha interessato ben il 30% degli italiani contro l’11-12% di francesi e tedeschi.
La digitalizzazione domestica non è stata una moda fugace solo del periodo del lockdown, ma è destinata a restare e a crescere anche quando la situazione pandemica sarà terminata completamente.
Un’altra ricerca condotta su 1129 italiani con età compresa tra i 25 e i 65 anni da un brand di Univer, storica azienda operante nell’edilizia, che ha posto la domanda su quali fossero le principali caratteristiche che le abitazioni dovranno possedere nel futuro, ha rilevato come, al primo posto, sia stata indicata la digitalizzazione, seguita dall’esigenza di avere una casa salubre per chi la abita e possibilmente green.
Ma questa spinta verso l’online anche delle nostre abitazioni, che fino a poco tempo fa erano considerate solo dei luoghi di relax e di stacco per le poche ore serali dopo la frenesia della giornata trascorsa fuori, siamo certi sia un’opportunità a tutti gli effetti?
Certamente l’utilizzo sempre più massiccio di internet anche in ambito domestico, accanto a vantaggi quali la velocità e la semplificazione di molte azioni, può creare anche situazioni particolari che devono essere valutate in modo molto accorto.
Un uso sempre più frequente dell’online comporta anche una maggiore esposizione dei propri dati personali: bisogna essere infatti consapevoli che l’esplosione della digitalizzazione porta con sé pure dei rischi legati alla privacy e un uso dannoso dei propri profili digitali, fenomeno che, tra l’altro, oggi accade con grande frequenza.
Fortunatamente dalla ricerca di EY Italy si evince che gli italiani iniziano a essere consapevoli dei problemi che porta con sé la digitalizzazione: il 66% si è detto infatti estremamente prudente nel condividere informazioni personali online.
È un dato questo ultimo superiore rispetto a quello della Germania (61%), anche se inferiore rispetto a Francia (73%), Stati Uniti (72%) e Gran Bretagna (71%), paesi che sembrano aver sviluppato una maggiore cultura digitale.
La sempre più consistente virtualizzazione a cui andrà incontro la casa, il nostro patrimonio più importante, che dobbiamo tutelare, ci spinge quindi inevitabilmente a essere più consapevoli anche dei rischi ai quali noi stessi e le nostre famiglie ci esponiamo e a cercare delle soluzioni che ci possano garantire una più completa sicurezza, che potremo definire oggi sempre più, “domestico- digitale”.